Problemi da traduttore? Perché, ne hanno anche loro?
Molto spesso capita che si pensi al lavoro del traduttore come qualcosa di semplice e immediato. Soprattutto ora che, con l’avvento dei traduttori automatici, tradurre in qualsiasi altra lingua è questione di pochi secondi. Non c’è niente di male a tradurre il testo di una canzone straniera che ci piace, o sopravvivere per le vie di una città estera grazie al traduttore di Google, ma tradurre un testo tecnico, o un testo specialistico di un settore particolare, è tutta un’altra cosa. Ancora diverso poi, se si tratta di traduzione di marketing, o addirittura di traduzione letteraria.
Traduzione letteraria VS traduzione tecnica? Ne ho parlato anche QUI.
Ed ecco alcuni dei problemi quotidiani che un traduttore deve affrontare. Almeno. Poi, sono molti altri quelli da gestire nel caso, ad esempio, di audiovisivi o materiali multimediali, di spazi ristretti come un numero massimo di caratteri da rispettare e altre condizioni ancora più stringenti.
4 problemi da traduttore, da affrontare ogni giorno.
1) I tempi
Soprattutto per i traduttori alle prime armi, la gestione del tempo non è mai facile. È un errore comune prendere troppo lavoro, in preda all’entusiasmo, e poi ritrovarsi a fare nottate o non sapere dove sbattere la testa. D’altra parte, anche nei rapporti di lavoro consolidati, sono spesso i clienti a chiedere deadline assurde, magari perché si sono ricordati di dover tradurre all’ultimo momento un manuale per un macchinario fermo alla dogana, oppure perché devono partecipare a una gara o un bando.
2) L’interpretazione e gli errori
A volte non è facile capire la lingua di partenza, non tanto perché si tratti di una lingua straniera, ma per via di errori o refusi presenti nel testo iniziale. Se traducessimo con un traduttore automatico, il programma non se ne accorgerebbe e otterremmo una traduzione senza senso. Per questo è importante che ci sia sempre un professionista a correggere, tradurre nel modo giusto e segnalare anche eventuali problematiche del testo di partenza.
3) Modi di dire e falsi amici
I modi di dire tipici di ogni lingua o i cosiddetti “falsi amici”, ovvero termini che sembrano trasparenti tra le varie lingue ma hanno tutt’altro significato, sono spesso trappole in cui i traduttori alle prime armi potrebbero cadere. Ma non è detto: a volte, per eccesso di sicurezza, anche i professionisti potrebbero lasciarsi ingannare. Per questo, è sempre bene verificare, dizionari e Internet alla mano, cosa si nasconde dietro a ogni parola
4) Nuovi contesti
Qualsiasi settore, anche quello apparentemente più semplice, ha una sua terminologia di riferimento. E parole di uso quotidiano, come mano, albero, momento, potrebbero essere polisemiche, ovvero avere molteplici significati, anche molto diversi. Per esempio, sai che la mano, in ambito tessile, è il termine tecnico con cui si indicano “sofficità, morbidezza e voluminosità valutate come la sensazione al tatto di un tessuto o di un filato” (fonte: Wikipedia). L’avresti mai detto?
Tutto ciò non deve assolutamente spaventare chi voglia diventare un traduttore.
Se all’inizio sembrano problemi insormontabili, poi con l’esperienza si possono superare tranquillamente, anche se comunque continueranno ad accompagnarci lungo tutta la nostra carriera da traduttori. Basta solo “farci il callo”. Toh, un modo di dire! Come si traduce nella vostra lingua?